Tutti i componenti del sistema vengono alloggiati all'interno della cassaforte in posizione tale da non costituire elemento di disturbo nella fase di introduzione e estrazione del sacco contenitore e di caricamento del bancomat.
L'alimentazione del sistema avviene tramite alimentatore collegato alla rete; dispone inoltre di una batteria tampone per assicurare continuità anche in caso di interruzione accidentale o dolosa dell'energia.
Il gas inertizzante è costituito da anidride carbonica contenuta in bombola di 5 litri che corrisponde a 4 Kg., che a pressione atmosferica equivalgono a 2,21 metri cubi.
Il principio di funzionamento si basa su due momenti principali:
Il sensore di gas esplodenti viene tarato secondo parametri variabili che tengono conto, fra l'altro, anche della situazione ambientale ove il sistema deve operare, tanto che la taratura viene effettuata direttamente sul posto. Limitatamente alle casseforti antirapina è prevista la presenza all'esterno del battente di un secondo sensore che permette di rilevare ogni tentativo già nella sua fase iniziale prima ancora che il gas invada l'interno della cassaforte.
Quando il tenore di gas all'interno della cassaforte raggiunge i valori dei parametri di riferimento, l'informazione viene processata dalla centralina che invia un segnale d'allarme e comanda l'apertura dell'elettrovalvola posta nella bombola di CO2, consentendo la fuoriuscita del gas neutralizzante, fino a quando i valori di riferimento non sono stati ripristinati.
Normalmente sia per le casseforti antirapina che per i bancomat la capacità della bombola di 5 litri consente un numero di interventi che variano da 4 a 5. Tuttavia per casseforti con volumi maggiore è possibile utilizzare bombole con capacità e autonomia supplementare.